Licenziamento nel contratto a tempo determinato

Il lavoratore assunto con un contratto a tempo determinato non può essere licenziato prima della scadenza del termine pattuito. Non è possibile, dunque, il licenziamento per giustificato motivo, sia soggettivo che oggettivo (ad esempio per riduzione dell’attività dell’impresa).

E’ possibile licenziare il lavoratore soltanto a causa di un fatto talmente grave da non consentire la prosecuzione, neppure provvisoria, del rapporto di lavoro. Quindi si parla di licenziamento per giusta causa.

Se il lavoratore viene licenziato senza giusta causa prima della scadenza del termine ha diritto al risarcimento del danno, pari a tutte le retribuzioni che sarebbero spettate al lavoratore fino alla scadenza inizialmente prevista, sottraendo però quanto eventualmente guadagnato dal lavoratore qualora avesse prestato un servizio presso un altro datore di lavoro nel periodo considerato.

 

Diritti del lavoratore a tempo determinato

Oltre agli obblighi del lavoratore e a tutti quei diritti previsti in caso del licenziamento nel contratto a tempo determinato, esistono altri diritti del lavoratore a tempo determinato.

Quali sono i diritti del lavoratore a tempo determinato?

Nel contratto a tempo determinato vige il principio di non discriminazione. Questo principio stabilisce che il lavoratore assunto con contratto a termine deve usufruire dello stesso trattamento riservato ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato che svolgono la stessa mansione o sono inseriti nello stesso inquadramento contrattuale.

In particolare, al lavoratore a termine spettano:

  • Le ferie,
  • La gratifica natalizia,
  • La tredicesima mensilità,
  • Il trattamento di fine rapporto, a meno che non sia incompatibile con la natura del contratto a tempo determinato. Il lavoratore assunto con contratto a tempo determinato ha inoltre diritto a ricevere una formazione specifica in materia di sicurezza per l’esercizio delle attivitá per le quali è stato assunto.

Il lavoratore a tempo determinato ha lo stesso trattamento previdenziale e gli stessi diritti in caso di malattia, maternità, infortuni, rispetto ai lavoratori a tempo indeterminato. In ultimo, è importante ricordare che la riforma del lavoro 2014 ha stabilito un limite del 20% dell’organico per i dipendenti assunti con contratto a tempo determinato. Potete leggere di più sui diritti delle mamme dopo la gravidanza e sul come conciliare l’allattamento e lavoro.

 

Contratto a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato o contratto a termine si differenzia dal contratto a tempo indeterminato principalmente per la sua durata, che appunto ha un termine specificato al momento della firma del contratto di lavoro. La durata massima di un contratto a tempo determinato, differentemente dagli altri tipi di contratto, è stabilita per un massimo di 36 mesi. Questo termine è stato prolungato dopo l’approvazione della riforma Poletti nel 2014, in quanto in precedenza il termine era fissato a un anno. Questo contratto di lavoro può essere attivato per qualsiasi tipo di prestazione, rispettando sempre la liceità e la possibilità, che rientrano negli obblighi di prestazione del lavoro.

Proroga nel contratto a tempo determinato

contratto a tempo determinatoLa particolarità del contratto a tempo determinato è l’istituto della proroga. Questo tipo di contratto di lavoro può essere prorogato per un massimo di otto volte, sempre nell’arco dei tre anni previsti come limite complessivo. Se il contratto a termine viene prolungato oltre i tre anni, comprensivi di proroghe e rinnovi, questo viene considerato automaticamente un contratto a tempo indeterminato. La proroga tuttavia comprende alcune eccezioni:

  • Il limite dei 36 mesi non si applica nel caso dei lavoratori stagionali
  • La disciplina della proroga è valida salvo diverse disposizioni dei vari contratti collettivi nazionali

Forma del contratto a tempo determinato

Il contratto a tempo determinato deve essere stipulato con un atto scritto; in caso contrario, viene considerato come un contratto a tempo indeterminato. Una copia dell’atto scritto deve essere consegnata al lavoratore entro cinque giorni dall’inizio del rapporto di lavoro. La forma scritta non è necessaria se la durata del rapporto di lavoro non supera i 12 giorni. Inoltre, quando si stipula questo contratto di lavoro, bisogna sempre tenere conto delle particolari condizioni che regolano le dimissioni nel contratto a tempo determinato, così come i particolari diritti del lavoratore a tempo indeterminato. Consulta e scarica il nostro modello di contratto a tempo determinato.

 

Contratto a progetto

Il contratto a progetto è quel tipo di contratto di lavoro parasubordinato che ha da poco sostituito il vecchio cocopro. Si tratta infatti di collaborazioni coordinate e continuative che non prevedono un vincolo di subordinazione verso il datore di lavoro (che in questo caso è un committente).

In questo contratto di lavoro la caratteristica fondamentale è appunto la previsione di uno o più progetti di lavoro. Questi devono essere determinati dal committente ma gestiti autonomamente dal collaboratore. Il progetto deve prevedere un risultato finale che deve essere raggiunto tramite un coordinamento tra il collaboratore e il committente e indipendentemente dal tempo impiegato per l’esecuzione dell’attività lavorativa.

Contratto a progetto: contenuti

Il contratto di lavoro a progetto è stipulato in forma scritta e per essere valido deve contenere i seguenti elementi:

  • Durata, determinata o determinabile, della prestazione di lavoro;
  • Descrizione dettagliata del progetto, con individuazione del suo contenuto e del risultato finale da raggiungere ;
  • Retribuzione del collaboratore a progetto e criteri per la sua determinazione, nonché i tempi e le modalità di pagamento e la disciplina dei rimborsi spese;
  • Modalità di coordinamento tra il lavoratore a progetto e il committente sulla esecuzione della prestazione lavorativa. E’ importante tuttavia che il livello di coordinamento non sia tale da pregiudicare l’autonomia del lavoratore a progetto riguardo le modalità di raggiungimento dell’obiettivo.

Consulta il nostro modello di contratto a progetto per verificare tutte le parti di cui si compone.

Retribuzione del collaboratore a progetto

Il compenso corrisposto ai collaboratori a progetto deve essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro eseguito. Non deve essere inferiore ai minimi stabiliti dai contratti collettivi nazionali previsti per i lavoratori subordinati che svolgono mansioni equiparabili.

Diritti del collaboratore a progetto

Se si verificano situazioni quali malattia, infortunio del collaboratore a progetto o gravidanza, il rapporto contrattuale non viene estinto, ma viene sospesa la retribuzione per il  periodo interessato. Normalmente, la sospensione del rapporto non comporta una proroga della durata del contratto di lavoro, che si estingue alla scadenza. In caso di gravidanza, la durata del rapporto è prorogata per un periodo di 180 giorni, a meno che non sia stato previsto un periodo maggiore al momento della scrittura del contratto a progetto.

Quando la prestazione lavorativa si svolge nei luoghi di lavoro del committente al contratto di lavoro a progetto si applicano le norme di tutela contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, nonché tutta la disciplina prevista dal Dlgs 81/2008 e rientrante tra gli obblighi del lavoratore subordinato, in questo caso applicabile anche ai collaboratori a progetto.

Recesso nel contratto a progetto

Il contratto di lavoro a progetto termina al momento della realizzazione del progetto.

E’ possibile recedere il contratto prima solo per giusta causa. Il committente può recedere anche qualora emergano motivi oggettivi di incapacità del collaboratore tali da rendere impossibile la realizzazione del progetto. Il collaboratore può recedere prima della scadenza del termine, dandone preavviso, solo se questa possibilità viene prevista dal contratto di lavoro.

 

Contratto di lavoro occasionale

Il contratto di lavoro occasionale è un contratto di lavoro parasubordinato, introdotto nel 2003 con la cosiddetta legge Biagi. Questo contratto di lavoro prevede lo svolgimento di una prestazione occasionale offerta ad uno o più datori di lavoro. Questo contratto può essere applicato a qualunque tipologia di lavoro o prestazione lavorativa. La legge Biagi distingue due tipi di contratto di lavoro occasionale: il lavoro occasionale in senso stretto e il lavoro occasionale accessorio.

Caratteristiche del contratto di lavoro occasionale

Si considera contratto di lavoro occasionale classico quel tipo di contratto di lavoro che rispetta due requisiti fondamentali:

  • Deve essere una attività autonoma che non duri più di 30 giorni nell’arco di un anno
  • La retribuzione per ogni singola prestazione non deve superare i 5000 euro

Se questi limiti vengono superati diventa obbligatorio passare ad un contratto di lavoro a progetto.

Chi viene assunto con questo tipo di contratto di lavoro non è obbligato, al contrario degli assunti con contratto di lavoro autonomo, a disporre di partita IVA, ma deve semplicemente presentare una ricevuta di prestazione occasionale di lavoro. A sua volta, il datore di lavoro è obbligato a firmare una ritenuta d’acconto del 20% sul compenso.

Il collaboratore occasionale non è tenuto a versare i contributi previdenziali, poichè questo obbligo spetta solo a chi guadagna oltre 5000 euro annui tramite lo svolgimento di prestazioni occasionali.

Il contratto di lavoro occasionale accessorio

Una sottospecie del contratto di lavoro occasionale è il contratto di lavoro occasionale accessorio.

Questo tipo di contratto di lavoro è stato introdotto dalla legge Biagi per regolarizzare quelle piccole attività che, vista la loro breve durata, erano spesso svolte in nero.

A chi si rivolge il contratto di lavoro occasionale accessorio?

Per questo motivo il contratto di lavoro occasionale accessorio è rivolto ad attività quali:

  • Baby Sitting, colf e badanti
  • Lezioni private
  • Piccoli lavori di giardinaggio
  • Collaborazioni con ONLUS e con associazioni di volontariato

Il datore di lavoro può essere chiunque, la singola persona fisica (un privato), un’azienda o un’associazione.

Come funziona il contratto di lavoro occasionale accessorio?

L’atto di assunzione si concretizza attraverso la comunicazione ai Centri per l’Impiego o presso le Agenzie per il Lavoro. E la retribuzione avviene con l’acquisto di buoni lavoro, o voucher al costo di 10 euro, consegnati direttamente  al lavoratore.Ogni voucher presentato in Posta corrisponde a 7,50 euro netti, viene duinque sottratto il 25%, mentre i contributi previdenziali vengono versati dal datore di lavoro.

Potendo il lavoratore assunto con contratto di lavoro occasionale accessorio prestare un servizio per più datori contemporaneamente, il compenso percepito dal lavoratore da parte di tutti i committenti non deve superare 5000 euro l’anno. Mentre, se il committente è un professionista o un imprenditore commerciale la retribuzione non deve essere superiore a 2000 euro per ciascun committente.

Contratto di lavoro subordinato

Il contratto di lavoro subordinato riguarda tutti i casi in cui vi sono un datore di lavoro e un lavoratore dipendente. Nello specifico, il datore di lavoro assume un dipendente, e gli garantisce una retribuzione in cambio di una prestazione di lavoro intellettuale o fisica. Nel contratto di lavoro subordinato rientrano la maggior parte di tutti i contratti di lavoro. Le parti coinvolte sono quindi due: il datore di lavoro e il prestatore di lavoro.

Tipi di contratto di lavoro

contratto_lavoro_subordinato

Il contratto di lavoro subordinato può essere un contratto a tempo determinato o un contratto a tempo indeterminato. A loro volta questi possono essere un full-time o un contratto part time.

Di seguito elenchiamo gli altri tipi di contratto di lavoro subordinato:

  • Contratto a domicilio
  • Contratto in cooperativa
  • Contratto ripartito
  • Contratto intermittente
  • Contratto di somministrazione lavoro
  • Contratto di inserimento

 Come accennato in precedenza, tutti questi vengono generalmente regolati dal CCNL: il contratto collettivo nazionale.

Contratto di lavoro autonomo

Nel contratto di lavoro autonomo non esiste un vincolo di dipendenza del lavoratore.Chi presta un servizio è legato al datore di lavoro (in questo caso un committente) solo per quanto riguarda il risultato della prestazione. Il lavoratore autonomo è libero di scegliere i mezzi e il tempo necessari per raggiungere quel risultato. Per questo contratto di lavoro, il prestatore del servizio è tenuto a rispettare alcuni tipici obblighi del lavoratore autonomo, che sono differenti dagli obblighi del lavoratore vincolato da contratto subordinato.

Contratto di lavoro autonomo

La flessibilità di questo tipo di rapporto permette in alcuni casi di mascherare dietro una collaborazione autonoma un vero e proprio lavoro subordinato, con tanto di obblighi che il contratto subordinato prevede.
Per evitare questi abusi la Riforma Fornero è intervenuta semplificando la posizione del lavoratore che si trova nella necessità di dimostrare che la propria attività, svolta in regime di Partita Iva, è in realtà un vero e proprio lavoro di tipo subordinato. 

 Tipi di contratto di lavoro autonomo

I tipi di contratto di lavoro autonomo sono gli stessi dei contratti di lavoro parasubordinato, la differenza sta nelle modalità di realizzazione della prestazione del servizio da parte del lavoratore. Le varie tipologie di contratto autonomo sono quindi:

 

 

Contratto di lavoro parasubordinato

Il contratto di lavoro parasubordinato è una forma intermedia tra il contratto di lavoro subordinato e il contratto di lavoro autonomo.

Questo tipo di contratto regola un rapporto di collaborazione in cui un collaboratore svolge la sua attività per un datore a fronte di una

retribuzione, senza però esserne direttamente dipendente. Il collaboratore tuttavia è obbligato a sottostare alle direttive del datore, pattuite in precedenza.

contratto parasubordinato

I più importanti tipi di contratto di lavoro parasubordinato sono gli stessi dei contratti di lavoro autonomo. La differenza in

questo caso è sottile e dipende dal grado di indipendenza del prestatore del servizio rispetto alle direttive del datore di lavoro (in questo caso, il committente).

Tipologie di contratto parasubordinato

Esistono tanti tipi di lavoro parasubordinato, vediamoli insieme:

Questi possono essere a loro volta contratti di lavoro con partita IVA o con ritenuta d’acconto, quando un lavoratore non ha aperto partita IVA.

 

Obblighi del lavoratore

Per tutti i tipi di contratto esistono degli obblighi del datore di lavoro e degli obblighi del lavoratore.

Nel caso dei contratti di lavoro subordinato questi obblighi sono specificati nei rispettivi contratti collettivi nazionali che abbiamo visto in precedenza. Gli obblighi del lavoratore autonomo sono leggermente diversi, anche se sempre previsti per legge.

Obblighi del lavoratore subordinato

Per qualunque tipo di contratto di lavoro subordinato, esistono dei precisi diritti del lavoratore e obblighi del lavoratore, stabiliti dal Codice Civile, e già compresi nel contratto collettivo nazionale.

Obbligo di prestazione del lavoro

Il lavoratore è obbligato a fornire la prestazione di lavoro specificata nel contratto di lavoro. Per essere legittimamente eseguita tuttavia, questa prestazione deve essere:

  • Lecita: nel contratto di lavoro non devono essere previste prestazioni contrarie alle norme dell’ordinamento italiano, al buon costume e all’ordine pubblico
  • Possibile: la prestazione del lavoro deve riguardare attività che siano materialmente e giuridicamente fattibili. Per esempio non è possibile che un contratto di lavoro preveda la vendita di un bene che non esiste più, o una prestazione giuridicamente illecita.
  • Determinata e determinabile: La prestazione determinata si ha quando è specificata in tutti i suoi elementi. Questo elemento è fondamentale per capire come si scrive un contratto di lavoro. Ad esempio, è fondamentale specificare l’esatto ammontare della retribuzione in denaro dovuta al lavoratore.

La prestazione determinabile è quella in cui le parti del contratto o la legge fissano i criteri per la sua successiva determinazione.

Obbligo di diligenza e obbedienza

Secondo la giurisprudenza italiana, l’obbligo di diligenza all’interno di un rapporto di lavoro subordinato si compone di due parti. Infatti, non solo il lavoratore è obbligato ad eseguire la sua prestazione in modo corretto e secondo i canoni tecnici di esecuzione, ma anche a svolgere ogni operazione accessoria che possa essere utile al corretto svolgimento della prestazione.

Per quanto riguarda l’obbligo di obbedienza, questo prevede che il lavoratore osservi le disposizioni impartite dal datore di lavoro o dai diretti superiori sul corretto svolgimento della prestazione.

Obbligo di fedeltà

Al momento della stipula di un contratto di lavoro subordinato, il lavoratore è sottoposto a un obbligo di fedeltà verso il proprio datore di lavoro. Anche in questo caso il Codice Civile prevede due parti: il divieto di concorrenza e l’obbligo di riservatezza.

Il divieto di concorrenza impedisce al lavoratore di svolgere qualsiasi attività che possa andare contro gli interessi del datore di lavoro. Ad esempio trattare affari per conto terzi che siano in concorrenza con quelli del datore.

Mentre l’obbligo di riservatezza prevede che il lavoratore non utilizzi a suo favore o a favore di terzi contenuti e informazioni sensibili per l’azienda e per i suoi affari, in modo da non arrecare un danno all’azienda stessa.

Queste due fattispecie dell’obbligo di fedeltà differiscono per quanto riguarda la durata della loro validità. Mentre il divieto di concorrenza non è più valido al termine del rapporto di lavoro, l’obbligo di riservatezza rimane valido anche dopo il termine della valdiità del contratto di lavoro.

Sicurezza sul lavoro

Recentemente, il legislatore ha stabilito dei nuovi obblighi per il lavoratore subordinato: quelli riguardanti la sicurezza sul lavoro.

La tutela della sicurezza sul luogo di lavoro ha sempre rivestito una grande importanza.

Ma negli ultimi anni è nata l’esigenza di stabilire degli obblighi precisi per il lavoratore, in modo da renderlo responsabile della vita lavorativa all’interno del luogo di lavoro.

In questo modo non solo il datore di lavoro, ma anche il lavoratore stesso diventa responsabile della sua salute e della sicurezza sul luogo di lavoro, anche in presenza di qualsiasi tipo di evento classificabile come infortunio sul lavoro.

Quando si stipula un contratto di lavoro, quindi, bisogna sempre tenere conto di questo aspetto.

Nello specifico, gli obblighi del lavoratore riguardanti la sicurezza sul lavoro sono stati inclusi nel Dlgs. 81/2008 conosciuto anche come Testo Unico sulla sicurezza nel luogo di lavoro.

Questo decreto stabilisce che all’interno di un rapporto di lavoro subordinato, il lavoratore è il primo garante della sicurezza in azienda. In questo modo, rientra tra gli obblighi del lavoratore subordinato il rispetto e l’osservanza delle norme di sicurezza all’interno del luogo di lavoro.

Al momento della firma di un contratto di lavoro subordinato, dunque, ai principali obblighi del lavoratore si aggiungono i seguenti:

  • collaborare con il datore di lavoro per il rispetto degli obblighi posti a tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;
  • rispettare le norme e le istruzioni che provengono dal datore di lavoro in materia di protezione;
  • utilizzare in modo adeguato le attrezzature e i macchinari da lavoro, le sostanze tossiche, i mezzi di trasporto e i dispositivi di sicurezza;
  • adoperare correttamente i dispositivi di protezione;
  • non agire autonomamente in operazioni o manovre che possono comportare dei rischi per gli altri lavoratori;
  • prendere parte ai programmi formativi e di addestramento predisposti dal datore di lavoro;
  • sottoporsi periodicamente ai controlli sanitari presso il medico competente.